Malawi 2016-2017

04) Dal 20 al 29 marzo 2017
Lilongwe – Senga Bay – Lilongwe – Frontiera Mchinji Malawi/Zambia

Lilongwe
Passiamo qualche giorno ancora con i nostri amici Jutta, Vincent e la figlia Laura. Non siamo gli unici ospiti questa volta, un amico d’infanzia di Vincent, pure lui di nome Vincent, con la moglie Michelle sono in visita da loro e così abbiamo l’occasione di conoscerli e passare dei bei momenti in loro compagnia.
Abbiamo portato dalla Svizzera pneumatici e guarnizioni dei freni per la Harley di Vincent, così un paio di giorni li passiamo lavorando sulla moto. Anche il nostro Nimbus ha bisogno di qualche lavoro di manutenzione: cambiamo un tubo idraulico, togliamo un po’ di ruggine dalle griglie copri fari e rifacciamo il silicone sul tetto perché la struttura che sostiene il lift per la moto e la ruota di scorta crea una tensione sui punti di fissaggio in alto che produce un’infiltrazione di acqua.

Wheelhouse Lodge e Senga Bay
Questa volta abbiamo lasciato a casa il nostro Nimbus e abbiamo trascorso un paio di giorni alloggiano una notte nel Lodge con tutti gli amici. Al Wheelhouse c’erano Gaby e Peter, due giramondo svizzeri che hanno un veicolo simile ma molto più lungo del nostro (www.pegasus-unterwegs.ch). Con loro scambiamo le doverose informazioni per il seguito dei nostri viaggi.

Direzione Zambia
Mercoledì 29 marzo lasciamo il Malawi dal tranquillo valico di frontiera di Mchinji.

Dal 19 febbraio al 19 marzo 2017: Ticino

03) Dal 30 gennaio al 18 febbraio 2017. Km 1595
Lilongwe – Senga Bay – Kuti Community Wildlife Park – Nkhotakota Pottery Lodge – Chintheche Inn Lodge – Nyika National Park – Karonga – Chitimba – Lilongwe

Lasciamo i nostri amici per visitare la parte settentrionale del Paese con l’augurio di rivederci di nuovo. Infatti, siccome siamo nella stagione delle piogge, non sappiamo ancora se la strada al nord del Malawi per entrare in Zambia è praticabile, caso contrario sarà necessario ritornare nella capitale Lilongwe.

Senga Bay
Una chicca sulle rive del lago Malawi. Il campeggio sulla bella spiaggia e contornato da bellissime rocce è molto frequentato durante il fine settimana poiché è la località balneare più vicina alla capitale. Noi abbiamo la fortuna di viverla in piena tranquillità.

Kuti Communinity Wildlife Park
Un parco con animali molto socievoli, dove non ci sono bestie feroci per cui sfruttiamo l’occasione per girarlo in moto.

Nkhotakota Pottery Lodge
Il lodge è carino, ma la parte dedicata al campeggio non ha una bella ubicazione. La gestione è cambiata da pochi mesi e della scuola di ceramica per ora è rimasto ben poco.

Chintheche
Trovare una strada laterale che porta al lago e che permette il passaggio del nostro veicolo alto tre metri e ottanta non è facile. Dopo qualche tentativo però troviamo il Chintheche Inn; un campeggio/lodge di lusso dove trascorriamo un paio di giorni in relax.

Nyika National Park (Chelinda Camp and Lodge)
Per arrivare a quella che è la riserva più vecchia del Malawi, percorriamo una pista molto lenta e sconnessa (108 km in 6 ore), che però attraversa paesaggi bellissimi: prima si attraversa un bosco di piante basse, poi delle praterie punteggiate di rocce scintillanti e infine, a ca 2200 m si ha l’impressione di essere nelle brughiere dello Yorkshire. Un bellissimo safari notturno ci regala l’avvistamento di un leopardo e un gattopardo.
Purtroppo la pista che va a nord e poi a ovest per entrare in Zambia, a causa delle piogge è impraticabile, e così non ci resta che ritornare sui nostri passi, e continuare sulla strada asfaltata che costeggia il lago.

Karonga
In questa piccola cittadina è stato ritrovato il Malawisaurus, uno scheletro fossilizzato di un dinosauro, esposto nel semplice ma piacevole museo locale. Karonga è per noi anche il giro di boa: decidiamo infatti di entrare in Zambia dalla frontiera a sud e quindi ci dirigiamo verso Lilongwe.

Chitimba e Livingstonia
Facciamo tappa a Chitimba in un altro bel campeggio a bordo lago e con la moto percorriamo la pista/sassaia che ci porta a Livingstonia (13 km in 1 ora). La cittadina, che sorge a 900 m di altezza, è stata fondata dai missionari scozzesi nel 1894 ed offre un affascinante scorcio sul passato coloniale del Malawi.

Lilongwe
Ed eccoci nuovamente nella capitale, ospiti dei nostri amici.

 

02) Dal 9 al 30 gennaio 2017. Km 785 Cape Maclear – Lilongwe

Da alcune settimane i pannelli solari non funzionano correttamente. Lasciamo così le sponde del Lago Malawi per andare nella capitale, dove speriamo di poter trovare una ditta in grado di individuare il difetto e ripararlo.

Lilongwe
Durante il nostro viaggio conosciamo spesso persone adorabili, e a Lilongwe siamo ospiti di Jutta, Vincent e della loro figlia Laura conosciuti a Cape Maclear, un paio di giorni prima. Vincent è poco propenso a far capo ai tecnici africani per lavorare sulla centralina dei pannelli solari poiché in Malawi questi sistemi sono poco diffusi. E così, lui e Renato, ricercano il guasto e scoprono che una testa di un cavo non era stretta correttamente. Fatta la dovuta saldatura, l’energia è assicurata!
Gli altri giorni, sempre con l’aiuto di Vincent, li dedichiamo alla manutenzione del Nimbus. Siccome entrava acqua dal tettuccio della cabina, togliamo il tetto in alluminio che avevamo montato a Johannesburg e così riusciamo a togliere una pigna che si era infilata nelle slitte del tettuccio apribile. Decidiamo però di non più rimontarlo in quanto il maggior peso sulla cabina incide negativamente sul comportamento del veicolo e 10 cm in più di altezza del camion possono essere un vero problema.

Dopo una settimana di lavori sul Nimbus, ecco l’occasione per sdebitarci: la riparazione della Harley Davidson che Vincent aveva acquistato alcuni mesi prima! La moto, una Softail del 1991, è stata probabilmente immatricolata l’ultima volta a New York nel 2010 e sicuramente è ferma da diversi anni. La sfida è grande: da una parte abbiamo due uomini che non sono meccanici di motociclette e l’Africa, dove trovare pezzi di ricambio è praticamente impossibile. Dall’altra però abbiamo Vincent con molta esperienza in riparazioni di camion in Africa (l’arte dell’arrangiarsi), Renato, con alle spalle un apprendistato di meccanico all’aerodromo di Lodrino, molti pezzi di ricambio già ordinati da Vincent e “un’officina” che, tra gli utensili di Renato e quelli di Vincent non è niente male.
E quindi si PARTE, ma questa volta solo metaforicamente … impianto elettrico, freni, carburatore , frizione, tubazioni dell’olio, serbatoio della benzina … e dopo 11 giornate di lavoro … la moto PARTE!

Il soggiorno a Lilongwe è stato molto piacevole, e Gloria ne ha approfittato per giocare tutti i giorni con il dolcissimo Kapu, un grosso Dobermann con sangue buddista, poiché nato e cresciuto in India. Jutta e Vincent ci hanno fatto scoprire i dintorni di Lilongwe:

Nkhoma
Con la moto siamo andati a Nkhoma, una collina che ha dato il nome ad una missione sudafricana insediatasi nel 1889, e dove una chiesa affollata ne segna ancora la presenza.

Dzalanyama Forest Reserve e Kamuzu Dam
Come dice il nome, dovrebbe essere una riserva forestale ma al suo interno abbiamo incontrato diverse persone che tagliavano gli alberi per far legna da ardere. Il posto è comunque bello, e si estende lungo una catena di colline. Al ritorno facciamo tappa alla diga Kamuzu.

 

 

 

01) Dal 22 dicembre 2016 al 9 gennaio 2017. Km 785
Frontiera Zobue Mozambico/Malawi – Blantyre – Majete Wildlive Reserve – Mounte Mulanje – Blantyre – Liwonde National Park – Palm Beach – Cape Maclear

I disbrighi delle pratiche per l’uscita dal Mozambico sono veloci, le formalità di entrata in Malawi molto meno! Neanche siamo fermi che un nugolo di persone interessate ci prendono d’assalto per aiutarci nelle pratiche doganali. Un gruppo di ragazzini vuole curarci il camion per una cifra assurda, diciamo loro di no ma ci assillano per tutto il tempo. Ci sono volute due ore e mezzo per ottenere il visto, timbrare i carnet e stipulare l’assicurazione responsabilità civile obbligatoria.
Alla frontiera decidiamo di cambiare solo Fr. 300.- e riceviamo un pacco di banconote (Qwacha  200’000!), in seguito scopriamo che la paga mensile di un operaio che lavora per sei giorni la settimana è di 24’000 Qwacha…!? Ossia 1’000 Kwacha al giorno che equivalgono a ca. Fr 1.50.-
La gente è molto cordiale e contraccambiano con piacere quando li salutiamo.

Blantyre
L’idea è di raggiungere la seconda città per importanza del Malawi, Blantyre. Giunti nella cittadina arriviamo al Lodge/campeggio segnalato dalla nostra guida. Presenta molto bene, anche se quello che doveva essere l’area campeggio sembra piuttosto un parcheggio. Alla ricezione però ci dicono che non hanno più il campeggio e non ci lasciano pernottare da loro. Proseguiamo lungo la strada, si fa buio, una marea di gente percorre la strada a piedi e in bicicletta, difficile vederli, dopo una ventina di chilometri fortunatamente troviamo un bel lookout per trascorrere la notte.

Majete Wildlive Reserve
Depredata e devastata negli anni 80-90 dal bracconaggio, la riserva è stata rilevata da African Parks nel 2003 e da allora ha avuto inizio la sua rinascita. Un’area selvaggia lungo la sponda occidentale dello Shire River che con la costruzione di una diga per la produzione di energia elettrica ha formato un lago artificiale.
Il Majete WR è l’unico parco interamente recintato e vanta di avere i “Big Five” (Leoni, elefanti, rinoceronti, leopardi e bisonti) ma non solo, anche ippopotami, coccodrilli e una grande varietà di ungulati.
Al suo interno il lussuoso Mkulumadsi Lodge ed altri meno cari che però non è permesso visitare.
Noi pernottiamo al campeggio e al mattino seguente partiamo per il Game Drive. Ci dicono che con le nostre dimensioni possiamo percorrere solo la pista principale. Fino a 2/3 del percorso bene o male siamo riusciti a passare: ma di animali, a parte impala e ungulati vari, non ne abbiamo visti molti, colpa della ricca vegetazione che ostruisce la visuale. A un certo punto, un errore di valutazione sull’altezza, ci incastra il nostro Nimbus sotto il peso di un grosso ramo. La barra di protezione del tetto (pannelli solari) si piega e si strappa! Ohi ohi, un’altra botta … e addirittura sembra che l’albero sanguini! Per poterci disincastrare sgonfiamo le gomme e con la coda in mezzo alle gambe ritorniamo al campeggio.
Il giorno successivo prenotiamo un giro sul lago/fiume in barca.
Nella piscina del ristorante conosciamo Steve e Karen, abitano a Blantyre e ci danno qualche indirizzo per risistemare la barra di protezione.

Monte Mulanje
Siccome le ditte sono chiuse per le vacanze Natalizie, nell’attesa che riaprano, ci rechiamo sul Mt Mulanje. Un massiccio di granito che misura una trentina di km in lunghezza e venticinque in larghezza. La sua vetta più alta raggiunge i 3002 m. Decidiamo per una passeggiata guidata di un’oretta che ci consente di raggiungere una bella cascata. Siccome siamo nella stagione delle piogge, gli acquazzoni sono frequenti e noi non ne usciamo indenni: infatti, dopo una mezz’oretta di cammino ecco uno scroscio d’acqua che dura una decina di minuti, abbastanza per trovarci bagnati fradici da capo a piedi.
La regione è conosciuta anche per la qualità del tè che produce, le coltivazioni sono ben ordinate e di un verde smeraldo stupendo. Il tè del Malawi è rinomato per la sua alta qualità.

Blantyre II
Ritorniamo in città, e ci sistemiamo davanti a quello che è considerato il più bell’edificio della città:  la St Michael & All Angels Church. Vi è un gran fermento di persone e così scopriamo che siamo nel bel mezzo del Sinodo della chiesa Presbiteriana. Con piacere accettiamo l’invito di partecipare a una loro conferenza in veste di uditori: purtroppo non avendo ancora l’orecchio sul loro accento inglese, capiamo ben poco. Al mattino andiamo subito in officina a sistemare il Roll-Bar … è incredibile come riescono a lavorare senza un’attrezzatura adatta. In un paio d’ore ecco che ha ritrovato il suo posto sul tetto della cellula.

Orfanotrofio Open arms (Braccia aperte) di Blantyre
Dopo aver trascorso una bella serata in un ristorante indiano con Karen e Steve, ed essere stati ospitati nel loro piazzale, il mattino seguente si visita all’orfanotrofio in cui Karen lavora come volontaria. Anche noi diamo il nostro piccolo contributo aiutando il personale a dar la colazione ai bimbi. L’infrastruttura è ben organizzata e abbiamo veramente l’impressione che i bambini crescono assistiti con amore da tutto il personale e dai volontari. Bellissima esperienza!

Liwonde National Park
Ci sistemiamo al campeggio privato Bushman’s Baobab, un’infrastruttura ben organizzata ma molto spartana. Ci dicono di non usar l’acqua per cucinare; infatti, quando abbiamo visto che è di color caffèlatte, abbiamo capito il motivo. Difficile sapere se dopo la doccia esci più pulito. Decidiamo per un safari in barca nel parco: gli elefanti li abbiamo visti solo da lontano ma in compenso il numero d’ippopotami è impressionante e anche i coccodrilli segnano la loro presenza.

Palm Beach
Eccoci all’estremo sud del lago Malawi, che è il terzo bacino d’Africa per dimensione. L’acqua è calda, poco profonda e brulicante di barche di pescatori. Sulla riva le donne fanno il bucato e mettono i pesci a essiccare, mentre i pescatori stendono le reti al sole.

Cape Maclear
Risaliamo verso nord e facciamo tappa a Cape Maclear; una lunga distesa di sabbia finissima incorniciata dalle montagne e lambita da acque azzurre e pesci coloratissimi. Il campeggio che scegliamo è il Chembe Eagles Nest che si trova in una posizione idilliaca e ha la spiaggia privata. Una gita in barca, con tanto di snorkeling e avvistamento dell’aquila Eagle Fish è d’obbligo.
Sono oltre due mesi che non utilizziamo la moto, ma qui ne approfittiamo per visitare con più agilità i dintorni e Monkey Bay.