Namibia: un po’ di storia

Alcuni accenni sulla Namibia

La Namibia è una delle democrazie africane più solide e meglio funzionanti. Con poco meno di 2,3 mio. di abitanti, ha una densità di ca. 2,8 abitanti per km2, dopo la Mongolia è fra le nazioni sovrane al mondo con la minor densità di popolazione, ed è pure una delle regioni più scarsamente popolate d’Africa. La sua superficie di 825’418 km2 (quasi tre volte l’Italia) è costituita gran parte dalle distese aride del deserto del Namib e del Kalahari. Infatti, il suo clima va dal tipo desertico a quello subtropicale ed è generalmente caldo e asciutto.

Nonostante sia stata colpita dalla recessione globale del 2008, negli anni successivi i suoi giacimenti minerari hanno contribuito alla ripresa economica, specialmente in conseguenza alla risalita del prezzo dell’uranio, di cui è il quinto produttore al mondo, e dei diamanti. Altre produzioni importanti sono quelle di piombo, ferro, zinco, argento e tungsteno. Nel 2011 il governo ha annunciato di aver scoperto il petrolio al largo della costa, stimato in 11 miliardi di barili.

Anche in questo paese, la Cina è particolarmente interessata allo sfruttamento delle risorse minerarie e all’estrazione di uranio. Oltre la metà della popolazione si dedica all’agricoltura e all’allevamento: si coltiva soprattutto mais e miglio e si allevano specialmente capre, pecore e anche mucche.

Se la Namibia è relativamente in buone condizioni rispetto ad altri paesi africani, povertà e malattie rappresentano ancora un grave problema. Secondo il “United Nations Development Programme”, una famiglia su quattro vive in condizioni di povertà. Con circa 180’000 ammalati di AIDS/HIV, questa malattia è tuttora un grave problema. Nel 2008 è scoppiato lo scandalo delle sterilizzazioni forzate delle donne sieropositive, ma il governo nega di aver promosso una politica del genere.

Breve storia

Anche la storia della Namibia è molto travagliata e complessa.
Questa terra è sicuramente parte della culla dell’umanità! Un sito archeologico nel deserto del Namib testimonia che queste antiche popolazioni cacciavano già gli antenati degli odierni elefanti e li macellavano con asce di pietra ben 750’000 anni fa. In tutta la regione sono stati rinvenuti attrezzi di pietra dell’Homo erectus.
Numerose tribù di diverse etnie si sono succedute su questi territori ma l’influenza dei bianchi iniziò nel 1486, quando un capitano portoghese gettò l’ancora a Cape Cross. L’anno successivo fu il più famoso Bartolomeo Dias a spingersi fino a Lüderitz, ma fu solo all’inizio del XVII che i marinai olandesi delle colonie del Capo iniziarono a esplorare la costa desertica, senza tuttavia stabilire alcun insediamento permanente. Invece, dopo il 1750 numerosi cacciatori, commercianti e missionari si addentrarono nell’entroterra e stabilirono degli insediamenti.

Nella seconda metà del 1800, l’odierna Namibia divenne un vero e proprio protettorato germanico chiamato Africa sud-occidentale tedesca. Lentamente s’insediò la Schutztruppe (Esercito imperiale Tedesco) che costruì una serie di forti nel paese per combattere la forte opposizione dei locali. I primi agricoltori tedeschi giunsero nel 1892 per coltivare le terre espropriate nell’altipiano centrale. Alla fine dell’800 i tedeschi, gli inglesi dell’odierno Botswana e i portoghesi dell’Angola, si accordarono sui confini di stato della Namibia.

Nel 1904 le tribù dei nama, herero, baster e owambo, strinsero un’alleanza per combattere i tedeschi sempre più numerosi e potenti. I tedeschi furono costretti a ripiegare quasi fino a Windhoek ma la Schutztruppe ricevette rinforzi e, sotto il comando del generale Trotha, l’11 agosto dello stesso anno ebbe inizio la battaglia del Waterberg. Nelle quattro settimane che seguirono,  circa 65’000 indigeni furono ammazzati o morirono di fatica e di stenti. Anche le truppe tedesche cominciarono a soccombere per la spossatezza e il tifo, ma ormai quasi l’80% degli herero erano stati sterminati.

Il ministro tedesco della Cooperazione Economica e dello Sviluppo si è scusato per il genocidio e nel 2005 la Germania si è impegnata a versare 28 mio. di USD in segno di riconciliazione.

Nel 1914 scoppiò la prima guerra mondiale che segnò la fine del dominio coloniale tedesco nell’Africa sud-occidentale. Infatti, gli inglesi fecero pressione al Sudafrica perché invadesse la Namibia. L’esercito della Schutztruppe, molto inferiore numericamente, fu spinto verso nord e nel mese di maggio del 1915 i tedeschi subirono la sconfitta finale a Khorab, nei pressi di Tsumeb. Nel 1920 la Società delle Nazioni conferì al Sudafrica il mandato di amministrare la Namibia. Il governo sudafricano, tuttavia, era intenzionato ad annettere l’africa sud-occidentale come provincia, dunque decise di considerare nulli i termini del trattato. Come risposta, la Corte Internazionale di Giustizia, stabilì che il Sudafrica non aveva rispettato i limiti stabiliti e le Nazioni Unite istituirono un Comitato per far applicare i termini originali del mandato. Nel 1946 le Nazioni Unite presero una nuova iniziativa e decisero che era ora di porre fine al dominio sudafricano ma il governo non accettò e continuò imperterrito.

Nel 1975, il paese confinante a nord, l’Angola, ottenne l’indipendenza. Il nuovo governo angolano, solidale con la lotta per l’indipendenza della Namibia dal Sudafrica (portata avanti dalla SWAPO, South-West African People’s Organisations), le concesse una base sicura al sud del paese da cui organizzare la guerriglia contro il dominio sudafricano.

Il Sudafrica reagì invadendo l’Angola e schierandosi con il partito d’opposizione angolano l’UNITA. L’invasione sudafricana fallì e nel marzo del 1976 il governo ritirò le sue truppe, ma le incursioni in Angola, sanguinose e violente, continuarono fino all’inizio degli anni 80. Nel dicembre dell’88 venne firmato un accordo tra Cuba, Angola, Sudafrica e SWAPO che prevedeva il ritiro delle truppe cubane dall’Angola e sudafricane dalla Namibia. La transizione formale verso l’indipendenza della Namibia avrebbe avuto inizio il 1° aprile del 1989.

La nuova costituzione fu adottata nel febbraio 1990 e l’indipendenza fu concessa un mese più tardi, con il giuramento del primo presidente della Namibia Sam Nujoma che fu riconfermato per altri due mandati. Nel mese di novembre 2004 Nujoma non si ricandidò più per un quarto mandato e lasciò il posto al suo successore, già controverso ministro dell’agricoltura Hifikepunye Pohamba che fu eletto presidente e ottenne un secondo mandato. Dal 2014 la popolazione ha riposto la fiducia nel nuovo presidente Haga G. Gaigob. A quanto sembra la situazione negli ultimi anni è andata peggiorando, tant’è vero che lo stato è in bancarotta.
Sintesi in parte tratta dalla guida lonely planet