Mozambico 2016

02) Dal 15 al 22 dicembre 2016. Km 1004
Save – Muxungue – Chimoio – Barragem de Chicamba Real – Vanduzi – Guro – Tete – Frontiera Zobue Mozambico/Malawi

Save-Muxungue
Lasciamo la costa per raggiungere il ponte del rio Save, da lì ci aggreghiamo al convoglio che da anni è stato introdotto per proteggere persone e veicoli dagli attacchi dei ribelli antigovernativi. Il convoglio parte alle ore 13.00, non prima di aver foraggiato con lattine di coca le guardie in uniforme. La strada è un disastro, piena di grosse buche e dopo due ore abbiamo percorso appena una ventina di chilometri, questo ci preoccupa poiché in convoglio dobbiamo rimanerci per 110 km.  Dopo altri 10 km per fortuna il manto stradale migliora e, coltello in mezzo ai denti, avanti all’arrembaggio! Infatti, o sorpassi o sei sorpassato da tutti e allora indovinate quale opzione abbiamo scelto?
A Muxungue il convoglio si scioglie; proseguendo, verso sera vediamo una bella radura di alberi con un pozzo e una scuola adiacente, ci sembra adatto e così decidiamo di trascorrervi la notte.
Sulla costa le capanne sono costruite con rami intrecciati, man mano che ci addentriamo nell’entroterra, le abitazioni sono costruite con intelaiatura di legno e fango, come già le avevamo viste in Sudafrica.

Chimoio – lago artificiale Barragem de Chicamba Real
I cinesi cofinanziano la sistemazione delle strade, infatti, nelle squadre di operai che lavorano sui cantieri di frequente si vedono i capoccia cinesi. In città ne approfittiamo per fare acquisti, lavare il camion e visitare la collina denominata la Cabeça do Velho (testa del vecchio), perché sembra effettivamente la testa di un vecchio sdraiato. Proseguiamo fino a raggiungere Casa Msika, un campeggio decrepito con un Lodge con le capanne in uno stato piuttosto precario ma sono ammirevoli gli sforzi che i proprietari del fondo stanno facendo per reintrodurre la fauna: infatti nel parco vi sono coccodrilli, giraffe, zebre e vari tipi di antilopi. Il campeggio come d’altronde il Lodge sono affacciati al lago artificiale che è molto bello e così ci passiamo qualche giorno, purtroppo senza collegamento internet, il ripetitore si era guastato da diversi giorni. Questa è l’Africa!

Vanduzi-Guro
Per raggiungere il capoluogo di Tete partiamo alle 5.00 poiché ci attende un altro tratto in convoglio, questa volta di ben oltre 200 km. In questo convoglio è ancora più impressionante la corsa dei bisonti della strada che, con grande prepotenza, su una carreggiata a due corsie con traffico in senso inverso, le occupano tutt’e due. Solo i pazzi suicidi decidono di sfidare il convoglio! Molti sono i camion incidentati o in panne lungo la strada.
Un paio di settimane fa, una nostra conoscente del Sudafrica ci aveva inviato un articolo di cronaca, dove si leggeva che un’autobotte che trasportava benzina ha avuto una panne nella provincia di Tete, i locali stavano acquistando o rubando il carburante quando l’autobotte è esplosa e ha causato un’ottantina di morti. È stato agghiacciante vederla al bordo della strada con la cisterna squarciata!

Tete
Eccoci a Tete, troviamo un piccolo Lodge sul fiume Zambesi con possibilità di campeggio, siamo sistemati bene sotto l’ombra di una maestosa pianta e godiamo di un bellissimo tramonto. Il giorno dopo non possiamo partire in quanto stanno asfaltando la strada. Questa è l’Africa.

Ci dirigiamo verso il confine con il Malawi, la strada è bella e sempre più ci troviamo attorniati dalle colline con una bellissima vegetazione tropicale. Al confine, un grande numero di camion con tutti i ragazzi indaffarati a lavarli con secchi e spazzoloni: infatti, in Malawi, come in altri paesi dell’Africa Meridionale, per varcare la frontiera il veicolo deve essere pulito.

01) Dal 23 novembre al 15 dicembre 2016. Km 1211
Frontiera Goba Swaziland/Mozambico – Maputo – Praia do Xai-Xai – Ponta da Barra – Praia do Tofo – Praia de Morrungulo – Pomene – Vilankulo e Arcipelago delle Bazaruto – Inhassoro

Un Paese attraversato dal Tropico del Capricorno, una vegetazione fitta e rigogliosa con la costa che si estende per ben 2500 km e offre grandi baie con spiagge lunghissime e pianeggianti di finissima sabbia bianca. Man mano che da Maputo si sale verso nord, le palme di cocco si fanno sempre più fitte e danno un carattere veramente tropicale al paese.
Le temperature non sono così elevate, qualche grado sopra i trenta ma l’umidità relativa molto alta, dal 60 all’80%, ci dà una percezione di calura non indifferente. Non vi sono molte strade asfaltate ma la EN1, che si snoda da nord a sud, è generalmente in buono stato e per fortuna senza dossi per rallentare i veicoli come in Sudafrica che imponevano delle grandi frenate! Infatti, con il Nimbus non li puoi oltrepassare a più di 10 km/h. Percorrendo la EN1 che nella parte meridionale corre parallela alla costa, si è confrontati a un susseguirsi di gruppetti di poche capanne snocciolate su tutto il percorso, difficile capire l’inizio e la fine di un villaggio. Alcune cittadine invece hanno mantenuto uno stile coloniale e a differenza del Sudafrica, che la presenza dei bianchi ha in un certo senso europeizzato, in Mozambico si respira aria di vera Africa.
Purtroppo, il declino economico è percepibile; molte infrastrutture sono lasciate deperire. Il turismo è regredito e a detta delle persone con cui abbiamo scambiato queste impressioni, le cause sono molteplici: sicuramente l’obbligo di dover viaggiare in convoglio per percorrere certi tratti di strada per “proteggersi dagli attacchi dei ribelli” fanno desistere molti turisti. La necessità di un visto per entrare nel Paese del costo di un centinaio di dollari è senz’altro un’ulteriore punto a sfavore, come d’altronde lo è la richiesta piuttosto esplicita di regali da parte di persone che vestono un’uniforme.

Maputo
Avremmo voluto fermarci di più a visitare quella che è la capitale del Mozambico, ma l’assenza di campeggi o di luoghi adatti per la sosta notturna ci ha fatto proseguire fino a trovare sistemazione all’entrata di uno zuccherificio.
Alle 4 di mattina il vociferare di centinaia  di operai ci sveglia, qui la giornata comincia molto presto!

Xai-Xai
È la destinazione scelta per il nostro primo soggiorno al mare! È un villaggio che ha goduto di tempi migliori, la spiaggia ha comunque il suo fascino. Molte case e strutture turistiche sono in decadimento e anche la meteo non è dalla nostra parte.

Ponta da Barra – Praia do Tofo
Proseguiamo per Barra, sulla strada facciamo tappa a Inharrime, un villaggio che ha conservato l’impronta della colonizzazione portoghese. A Barra ci troviamo di fronte il campeggio chiuso e la strada che si dovrebbe percorrere per arrivarci è sommersa. Troviamo una sistemazione accanto alla strada. Il posto è stupendo, alcuni Lodge e ristorantini sono aperti ma il complesso turistico Flamingo, nel dicembre 2015, ha subito un grave incendio: tutte le capanne sull’acqua sono andate distrutte mentre i turisti fortunatamente erano a cena. Ne hanno ricostruita una, con dei nuovi materiali antincendio ma ha perso tutto il suo fascino. Lasciamo Barra per raggiungere la più blasonata Praia do Tofo: è un paesino che ruota attorno al turismo in stile “alternativo”, particolarmente adatto ai giovani. Non troviamo una sistemazione adatta per trascorrere la notte per cui proseguiamo il nostro viaggio.

Massinga e Ponta Morrungulo
Riprendiamo il viaggio sulla costa in direzione nord e attraversiamo il Tropico del Capricorno (il punto più meridionale del globo dove i raggi del sole sono perpendicolari alla terra).
Dopo una tappa al supermercato nella cittadina di Massinga avremmo dovuto recarci alla Vodacom, poiché il governo ha fatto bloccare tutte le sim Card pre-pagate per una verifica dei detentori. Come ad Inhambane, anche qui la coda è impressionante e così… niente  comunicazioni! Ci dirigiamo a Ponta Morrungulo, il campeggio è splendido e gestito in modo irreprensibile, le grandi palme di cocco offrono un bell’ombreggiamento e un affascinante ambiente tropicale.

Pomene
Pochi chilometri più a nord del bivio per Morrungulo troviamo quello per Pomene che non possiamo mancare in quanto ci è stato raccomandato dai nostri amici Cinzia e Gabriele! Oltre 60 km di pista ci conducono in questa stupenda punta sull’estuario del fiume. La strada si fa sempre più stretta e sabbiosa, i rami che la ostruiscono sono un martirio per il nostro Nimbus. A poche centinaia di metri da Pomene city (villaggio di alcune decine di abitanti), un grosso ramo attraversa la strada a ca. m 3,80… sì ma noi siamo alti m 3,90. Hai che male! … la capoccia del Nimbus ha preso una botta in testa! … e poi da qui bisognerà anche ritornare…! Il bel tettuccio che porta lo pneumatico di scorta si piega sotto il peso del ramo… mi piego ma non mi spezzo!
La bellezza del posto però ci convince che ne valeva la pena. Qui attendiamo i nostri amici sudafricani che da East London vengono a trovarci. Dopo due lunghe giornate di viaggio ci raggiungono e passiamo quasi una settimana con loro. Il Lodge è molto carino, le capanne sull’acqua sono belle ma non hanno la cucina, quelle a terra sì, anche se hanno sofferto un po’ di scarsa manutenzione. Un giorno, mentre stavamo tornando con Carla, Godfrey e Luke dalla visita del vecchio Hotel, notiamo come il serbatoio dell’acqua pendeva in modo preoccupante. Il giorno dopo è caduto rovinosamente lasciando tutto il Resort senz’acqua per un paio di giorni. Questa è l’Africa!
Godiamo appieno delle bellezze naturali del luogo, e della compagnia dei nostri amici che ci danno anche una mano per oltrepassare il punto critico sulla via del ritorno.

Vilankulo – arcipelago delle Bazaruto
Più a nord la vegetazione cambia e le piante di cocco si fanno più rare per lasciare spazio alle mangrovie e a tante altre belle piante tra cui appaiono anche i placidi Baobap. Raggiungiamo Vilankulo, una località molto conosciuta che si affaccia sull’arcipelago delle Bazaruto. Da qui si parte per la visita delle numerose isole dell’arcipelago. Per visitarle rinunciamo ai romantici Dohw per una più veloce lancia a motore. Partiamo alle 8.30 e poco dopo ci raggiunge un forte scroscio d’acqua e in un paio di minuti siamo bagnati fradici. Dura poco per fortuna e così possiamo apprezzare la bellezza delle dune sulla punta sud dell’isola di Bazaruto e fare un po’ di snorkeling  sulla bellissima barriera corallina. Ritornati sulle dune, ci gustiamo un buon pranzo preparato nella cucina da campo che hanno portato i nostri due marinai. Al ritorno si costeggia l’isola di Benguerra, dove si affacciano dei bei Lodge immersi nella natura.
Partiamo per Inhassoro ma il tempo piovoso e le previsioni per i giorni successivi ci fanno desistere dall’idea di visitare con la barca anche il nord dell’arcipelago.
Siccome la stagione delle piogge è alle porte, decidiamo di non proseguire il viaggio sulla costa, ma bensì dirigersi subito nell’entroterra per entrare in Malawi.

Bye-Bye Oceano indiano.