Malawi: un po’ di storia

Il Malawi è uno stato dell’Africa sudorientale, privo di sbocchi sul mare. Per contro, vanta di possedere il terzo lago più grande d’Africa, il lago Malawi o chiamato anche Niassa, condiviso anche in parte con il Mozambico. Lo Stato ha una superficie di 118’480 km², poco più di 1/3 dell’Italia ma è uno dei paesi più densamente popolati d’Africa, anche perché il 20,6% del territorio è occupato dalle acque e oltre il 16% da riserve e parchi nazionali.

I malawiani sono molto cordiali, nonostante sia un mosaico di diverse tribù, il suo popolo è contraddistinto da un elemento comune che ha fatto guadagnare al paese la definizione di “cuore caldo dell’Africa” ma nello stesso tempo sono molto poveri. Il PIL è inferiore a 250 USD, un operaio guadagna in media una trentina di franchi al mese, il potere d’acquisto è molto esiguo: molti prodotti sono importati dal Sudafrica dove evidentemente si guadagna di più per cui sono inaccessibili ai locali. Ogni lembo di terra perciò è coltivato per sfamare la propria famiglia, generalmente granoturco tipo bianco. Circa la metà della popolazione ha meno di 15 anni. La speranza di vita è di ca. 50 anni. Oltre la metà della popolazione soffre di malnutrizione. Un bambino su otto muore prima dei cinque anni. HIV, diarrea e malaria sono molto frequenti.

Le scuole, anche se gratuite fino alle elementari, non sono molto frequentate, solamente circa la metà dei bambini vi partecipa e sovente la abbandonano dopo pochi anni. Nelle scuole pubbliche le classi possono essere costituite anche di 150 alunni e pare che dopo tre anni non ci sia più niente di nuovo da imparare, il programma si ripete. Nelle scuole private invece le classi hanno una trentina di allievi e i programmi d’insegnamento sono molto più efficienti. Le abitazioni sono povere, la maggior parte di esse sono costruite in mattonelle rosse.

Il settore del turismo è in crisi. Da alcuni anni molti viaggiatori escludono, per motivi di sicurezza, lo Zimbabwe e il Mozambico, per cui il Malawi rimane fuori rotta. Inoltre, le lungaggini per le formalità doganali, il prezzo del visto, il costo elevato della vita rispetto ai paesi che lo circondano (esempio: Fr. 1,20/l diesel, piuttosto alto per i paesi africani),rende il Malawi poco attrattivo agli occhi dei più.

Nelle zone rurali, le strade sono l’unico segno di “modernità”, sono percorse da pochissimi veicoli ma da un numero impressionante di pedoni e ciclisti. Le città più importanti come Blantyre sono invece relativamente ben organizzate e al passo con i tempi moderni delle cittadine dell’Africa meridionale.

Tabacco, tè, caffè, canna da zucchero e mais sono i principali prodotti agricoli d’esportazione.

Breve cenno storico
Nel Malawi sono stati ritrovati resti di ominidi e manufatti di pietra che risalgono a più di un milione d’anni fa. Come in molti paesi dell’Africa meridionale, nel I sec d.C. vi fu una migrazione delle etnie Bantu verso queste terre abitate fino ad allora da pochi Boscimani.

Anche la popolazione malawiana fu tormentata dalla schiavitù. Nel XVI secolo i mercanti di schiavi dell’Oman giunsero in questo paese e con la complicità di alcuni membri della tribù Yao iniziarono a vendere membri di altre tribù ai portoghesi che alla fine del 1500 controllavano le rive dello Zambesi, da dove transitava oro e avorio, i beni più preziosi di quel tempo.

La scoperta europea del lago Malawi fu attribuita a Livingstone che risalì il fiume Shire fino al lago nel 1859. Nel 1891 gli inglesi fondarono il protettorato d’Africa.

Banda divenne primo ministro il 1° febbraio del 1963 ma la completa indipendenza dal Regno Unito, il Malawi la ottenne il 6 luglio 1964.

Come molti paesi d’Africa, la corruzione e la sete di ricchezza di chi giunge alle redini del governo, non hanno giovato all’evoluzione del paese.